Il Nespolo: simbolo della pazienza

Giardinoweb

Buongiorno cari amici, vi vorrei parlare di un frutto che oggi è quasi passato di moda; il nespolo, in giro non se ne vedono più molti.

Chi è abituato a mangiare a dicembre le fragole del supermercato non può avere in grande simpatia una pianta che è simbolo della parsimonia e della pazienza.

I suoi frutti, infatti, venivano accantonati dopo la raccolta, e lasciati a maturare nei solai delle case contadine. Stesi di solito su un letto di paglia, era una preziosa riserva di frutta fresca nel periodo invernale.

«Col tempo e con la paglia maturarono le nespole», avverte il proverbio: ma poiché il frutto è di facile raccolta e conservazione, in passato non veniva tenuto in gran conto, tanto che si esclamava «Nespole!» per sottolineare con ironia le situazioni in cui ci si accontentava di poco.

In Italia i nespoli sono due, e non bisogna confonderli. Il primo (Mespilus germanica) è il nespolo vero e proprio, che cresce anche allo stato spontaneo a quota inferiore ai 1000 m.

Il secondo è il nespolo del Giappone( Eriobotrya japonica): e fu introdotto in Europa nel diciottesimo secolo, e viene coltivato nei giardini sia per la crescita rapida ( anche da seme) sia per il fogliame sempre verde vistoso, i suoi frutti, tondeggianti, lucidi e arancioni, maturano a maggio e, a differenza di quelli del nespolo nostrano, vanno consumati freschi perché sono di difficile conservazione.

Nespolo

 

Il nespolo nostrano, invece, in autunno perde le foglie e i suoi frutti assomigliano a piccole mele brune, sormontate da una corona  di «punte» persistenti (che sono i resti del calice del fiore).

Vengono raccolti in autunno, meglio se dopo le prime gelate, e devono essere immagazzinati in cassette di legno rivestite di paglia, evitando che si tocchino tra loro, e collocati in locali freschi per « l’amezzimento », ossia la fermentazione che trasforma in zuccheri i tannini che danno un sapore astringente al frutto immaturo.

Dal momento che la fermentazione non si arresta, i frutti vanno controllati con frequenza in modo da prelevare gradualmente quelli pronti per il consumo prima che marciscano.

La coltivazione del nespolo venne diffusa dai romani, e fu favorita dalla buona resistenza della pianta ai freddi invernali: prese talmente piede in Germania che il grande Linneo, al momento di « battezzarla», fu tratto in inganno e la definì germanica.

Per i grandi fiori bianchi e le dimensioni contenute (non più di 6 m) il nespolo nostrano, nonostante le foglie caduche, rivaleggia col …. cugino giapponese anche come pianta ornamentale.

Nespolo

 

 

 

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