Quante volte abbiamo sentito parlare in tv, letto sui giornali del Cambiamento Climatico?
Centinaia di volte, eppure la maggior parte delle persone pensano che sia un argomento che non appartiene a loro, in realtà non è così è molto più vicino di quello che si pensa.
I dati decennali, ci confermano che la situazione peggiora di anno in anno con delle conseguenze disastrose per la biodiversità, per l’economia e anche per la salute dell’uomo. L’innalzamento della temperatura ha causato lo scioglimento dei ghiacci nelle zone artiche provocando un aumento della massa marina, assistiamo ad una variazione delle stagioni che purtroppo non esistono più, ad un’alternanza di periodi in piena siccità con quelli piovosi, “bombe” di acqua che causano disastri idrogeologici.
Da quanti anni si parla dell’effetto serra? L’aumento dei gas serra nell’atmosfera è dovuto principalmente all’attività dell’uomo. L’intensa industrializzazione ha provocato, e continua sempre più a provocare un’enorme quantità di emissioni di CO2 dovuta all’utilizzo dei combustibili fossili (carbone, petrolio e gas naturale), sono anni che si cerca di sensibilizzare i paesi industriali per poter diminuire gli effetti e, per questo motivo, che l’11 dicembre del 1997 è stato sottoscritto Il trattato climatico durante la Conferenza delle parti di Kyoto, chiamato “Protocollo di Kyoto”, entrato in vigore solo il 16 febbraio 2005 grazie dalla ratifica del Protocollo da parte della Russia. La motivazione della nascita del Protocollo di Kyoto risiedeva nel contrasto al riscaldamento climatico, con le emissioni di CO2 in atmosfera che si costituiscono come il principale costituente dell’impronta ecologica umana ed impegnava i Paesi sottoscrittori ad una riduzione quantitativa delle proprie emissioni di gas ad effetto serra
L’Italia, sembra abbia rispettato gli accordi presi nel protocollo di Kyoto: le emissioni di gas serra sono diminuite in media del 7% nel periodo compreso tra il 2008 e il 2012, rispetto ai valori del 1990.
Ma non è finita qui, non bisogna arrendersi ma continuare, perché purtroppo il cambiamento climatico lo stiamo toccando con mano giorno per giorno.
Anche nel nostro territorio, esiste non possiamo negarlo e se continua con questo andamento tra non molti anni il territorio sarà in grave sofferenza legato alla scarsità delle risorse idriche.
Per l’Italia, secondo i dati del CNR (Centro Nazionale di Ricerca) il 2020 è stato il quinto anno più caldo dal 1800 con una temperatura media annua superiore di 0,96°C rispetto alla media storica di riferimento calcolata per il trentennio 1981- 2010, l’anno più caldo resta il 2018 con un’anomalia di +1,17°C.
Per le Marche, l’anomalia della temperatura media del 2020 è stata più contenuta rispetto a quella nazionale la precipitazione totale media regionale dell’anno appena concluso, pari a 776mm, è stata infatti di 17mm inferiore rispetto alla media del 1981-2010.
Chi non ha sentito parlare i nostri nonni o genitori dei “nevoni” in particolare dopo la metà degli anni 1960 la neve iniziava nei mesi autunnali ed era abbondante, rimpinguando le riserve idriche delle falde sotterranee.
In questi ultimi decenni purtroppo non è stato così, anzi negli anni il 2013/2014 e 2018/2019 la presenza della neve è stata quasi nulla.
Lo scioglimento lento della coltre di neve che ricopre la cima dei monti va ad alimentare goccia dopo goccia l’acqua nel sottosuolo e riempire le falde acquifere necessarie per la sopravvivenza dell’uomo, delle piante e degli animali. Non solo, oltre a purificare l’aria da smog e inquinamento molto più della pioggia, i fiocchi di neve isolano le radici degli alberi dal gelo, fungendo da isolante termico naturale permettendo così al mantenimento delle piante. Il grande freddo che accompagna le nevicate, ha effetti benefici anche sulla salute dell’uomo: migliora la circolazione, diminuisce le infiammazioni, si bruciano più calorie ed inoltre si riduce il rischio di infezioni parassitarie e batteriche, poiché alcuni di questi agenti non sopravvivono a basse temperature.
La pioggia e la neve sono fondamentali per la esistenza di ogni specie vivente, senza acqua non c’è vita, ricopre il 70% della superficie terrestre, l’acqua è stata definita “ORO BLU” il 28 luglio 2010, attraverso la risoluzione 64/292, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha riconosciuto esplicitamente il diritto umano all’acqua, bisogna rieducarsi a piccoli gesti quotidiani affinché non venga sprecata inutilmente.
In un’intervista il climatologo Luca Mercalli afferma: ” Il 2018 è stato in Italia l’anno più caldo di oltre 2 secoli e il riscaldamento globale continuerà la sua marcia inesorabile se non faremo nulla per ridurre le emissioni di gas serra. Le generazioni più giovani saranno quelle che subiranno i guai maggiori e irreversibili. Quindi è estremamente importante che si facciano sentire, che chiedano al lento e contraddittorio mondo politico una svolta ecologica inequivocabile”.
Riflettiamo il problema del cambiamento climatico non è solo globale ma anche nostro, non dimentichiamolo e anche noi con piccole attenzioni quotidiane possiamo fare la differenza.
Maria Cristina Mosciatti
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