Recentemente ho avuto il piacere di partecipare a un incontro tenuto da Maria Cristina Mosciatti, da cui ho tratto ispirazione per questo articolo sul Lino delle Fate. Le stipe, comunemente conosciute come Lino delle Fate, sono specie diffuse in tutta Italia, sebbene la loro bellezza spesso passi inosservata a causa dell’assenza di colori appariscenti.
Caratteristiche del Lino delle Fate
Queste piante erbacee crescono fino a un massimo di 80 centimetri e presentano un portamento cespitoso, con ciuffi fitti di foglie che si dipartono direttamente dal suolo. I loro nomi volgari, come lino delle fate piumoso, piumette, piumini, pennacchini, stuzzichella e sternutella, derivano dal ciuffo di “peli” biancastri e piumosi che sovrasta le infiorescenze a pannocchia, dove si trovano i fiori e i frutti (lemmi). Questi “piumini” sono in realtà prolungamenti dei frutti, chiamati reste, che sono lunghe, flessuose e ricurve.
Distribuzione Geografica
Il genere Stipa è diffuso nelle zone tropicali e temperate di tutto il mondo, favorito dalla capacità dei suoi semi di dispersione. In Italia, le stipe sono presenti su terreni calcarei, preferibilmente rupestri, in prati e pascoli collinari e montani, dove la competizione con altre specie è limitata. Sono piante che riescono a prosperare anche in terreni aridi e sassosi, come nel Gargano. Alcune specie di stipe sono endemiche di specifiche regioni italiane, come la Stipa etrusca in Toscana, Alto Lazio ed Emilia, che predilige terreni serpentinosi, o la Stipa austroitalica subsp. frentana, endemica dell’area tra Abruzzo e Molise e adatta a terreni gessosi.
Conclusione
Il Lino delle Fate, con la sua eleganza discreta e la sua capacità di prosperare in ambienti apparentemente ostili, rappresenta una delle meraviglie della flora italiana. Pur non essendo vistose come altre specie, le stipe aggiungono un tocco di magia ai paesaggi collinari e montani, meritando di essere apprezzate e preservate.